Esperienze personali - Metafonia

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Esperienze personali



“ io ho raggiunto la mia pace, e l’ho raggiunta solo quando sono riuscita a guardarmi dentro e a rendermi conto che un evento così tragico aveva rappresentato per me un punto di svolta, una nuova fase della vita.

Il dolore per la sua mancanza si è trasformato nel tempo in una grande occasione di crescita”;

“ Il vetro rotto”, queste le prime parole che una signora che faceva le registrazioni, mi disse.

Mio marito se ne era andato da qualche mese, aveva raggiunto la Casa del Padre. No, non può finir così pensavo, e lo cercavo, lo cercavo.

Presi l’aereo, andai lontano, ad un congresso dove si parlava di contatti coi nostri cari, riuscii, dopo non poche difficoltà, dovute alla grande affluenza di persone, ad avere un colloquio con una sensitiva che effettuava la metafonia. Mi ero appena seduta di fronte a lei che non mi aveva mai vista e che nulla poteva sapere della mia vita, che si svolgeva a circa 1500 km. di distanza. Il vetro rotto.. non capisco, le dissi. Lei fu più precisa: mi sta dicendo, anzi, disse, lo specchio. “lo specchio rotto, ti è caduto addosso, io ero lì, ho visto tutto e ti ho protetto”. Un brivido mi percorse la schiena. Adesso avevo capito. Come avevo fatto a non averci pensato subito … Si, era proprio vero. Circa 15 giorni dopo il trapasso di mio marito, mentre chiudevo l’armadio grande della camera da letto, lo specchio si era staccato da una delle ante dell’armadio e mi era caduto addosso. Non so come avessi fatto a non sfregiarmi, mi sono solo leggermente escoriata il polso e il piede. Era come se qualcuno mi avesse protetto. Nessuno, al d fuori di me, conosceva quell’episodio, non ne avevo fatto parola con nessuno. E adesso mio marito veniva a dirmelo al registratore “ lo specchio rotto, ero lì, ho visto tutto e ti ho protetto …”

Ritornai qualche altra volta dalla signora che faceva metafonia. Le cose che mi diceva tramite il registratore erano di una precisione assoluta, dettagli molto particolari che riguardavano la mia sfera personale, che nessuno, al di fuori di me, poteva sapere. A volte mi parlava anche di eventi futuri, con nomi e circostanze molto precise, che nemmeno io potevo sapere o prevedere e che poi, puntualmente, si verificavano. Finchè un giorno, dopo la terza o quarta volta, mi disse: tuo marito mi sta dicendo che non c’è più bisogno che vieni da me, non devi più viaggiare, mi dice. Tu ne hai le capacità, comprati un registratore e prova, vedrai, arriverà !

Ero confusa. Non sapevo come muovermi. Non ne capivo niente, né di strumenti di registrazione, né di tecnica dei suoni, né di programmi di registrazione (per es. audacity) ed avevo delle nozioni d’informatica (necessarie per scaricare poi le registrazioni su un PC), che erano molto, molto scadenti. Erano tutte cose molto lontane dalla mia formazione (sono laureata in giurisprudenza) e dalle mie propensioni (sono negata per il PC).

Comunque, al mio ritorno, andai a comprare un registratore digitale. Ero ancora nel negozio, dovevo ancora pagare il registratore, e stavo armeggiando con i pulsanti, mentre il commesso me ne spiegava il funzionamento. “ecco, questo è il tasto per il riascolto…” lo premetti. Il mio cuore ebbe un fremito “ci siamo” sentii. Conoscevo molto bene quella voce. Era inequivocabilmente quella di mio marito. Dovevo ancora pagare il registratore e lui era già lì, per dirmi che c’era. Con quel “ci siamo” mi aveva fatto capire tutto. Lui c’era. Era vivo e non vedeva l’ora di parlarmi (ascolta il relativo file dal titolo ci siamo). Corsi a casa. Non vedevo l’ora di provare di nuovo a registrare. Riprovai. Ed ecco di nuovo la sua voce: “Chiaretta è qui, Chiaretta è tornata a casa, e subito forte, l’abbaio di Chiara, del mio cane morta un anno prima che mi faceva sentire la sua voce dall’altra dimensione “ascolta file dal titolo Chiara”

E poi di nuovo, nei giorni successivi, mio marito che mi chiamava coi nomignoli che usava in vita, e che mi diceva tutte quelle cose particolari che solo noi due potevamo sapere, e la sua voce nel registratore non la sentivo solo io, ma la sentono tutti..
Poi un giorno mi disse: “i contatti sono stati fortemente voluti dalla Madonna per consolare gli afflitti …” dopo un po’ mi capitò di leggere su una rivista di spiritualità questo scritto, dettato dall’altra dimensione da un’entità che si firma come Federico, che penso, possa recare molto conforto a chi è nel dolore e che integralmente trascrivo:

“Padre mio Altissimo Signore, mio creatore, io mi guardo attorno e vedo alcuni dei miei fratelli soffrire, e mi faccio, nel rivolgerti queste poche parole, portavoce del loro dolore. Io vedo questi fratelli che hanno visto il loro figliolo morire improvvisamente, inaspettatamente, in un momento in cui nulla faceva presagire che ciò sarebbe accaduto, io vedo questi fratelli piangere per la scomparsa del proprio marito o della propria moglie, in una morte improvvisa o inaspettata, io vedo la loro fede vacillare, io vedo il dolore che li sommerge, che li travolge completamente, al punto di non riuscire più a trovare una ragione per la loro esistenza. Io vedo che in alcuni momenti si volgono addirittura a Te, Padre mio, per rivolgerti imprecazioni per l’ingiustizia a cui li hai sottoposti.

Padre mio io so che tu ami tutte le tue creature e che le segui e fai per loro il vero bene, e che la tua logica e il tuo fine ultimo è la felicità di ogni essere, allora ti prego fa qualcosa affinche questi fratelli non versino più lacrime e riescano, non dico a sorridere, ma quanto meno ad accettare quanto loro è accaduto. Risposta del Padre: “Figlio mio potrei dire mille parole per confortare i miei figli e tuoi fratelli, dire ad esempio che nella grande logica dell’eternità, di dipartita in realtà non si tratta, ma è un’illusione pure questa, è soltanto un momento di distacco, per ritrovarsi di nuovo insieme, per sempre. Preferisco quindi tacere e lasciare che per me parli qualcun altro.

Non ha importanza quale sia il suo nome, potrei dirtene cento, Stefano,Lorenzo,Rosy, Fabio e tanti altri, quello che importa è che le loro voci siano un simbolo delle parole che ognuno dei vostri cari potrebbe offrire a voi.
Vi amo tanto, la vostra felicità è la mia vita. Il Padre.”

Angelica
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