Come si vive nell'aldilà , cosa ho appreso - Metafonia

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Come si vive nell'aldilà , cosa ho appreso

La vita fisica è solo una delle tappe della vita eterna, abbiamo vari corpi o guaine disposti uno dentro l’altro, come scatole cinesi. Il corpo fisico è la scatola più pesante, più grezza, anch'esso formato da energia, ma da un’energia più densa, energia, appunto, condensata. Al momento di quell’evento che noi chiamiamo morte, la coscienza si stacca dal corpo fisico destinato a perire, e si trasferisce nel corpo più sottile, tutto qui. Il cervello non è la sede della coscienza, ma ne è il trasmettitore, é come il televisore, trasmette quello che riceve dall’emittente. L’emittente è l’anima. Ma dove è questo aldilà, è un luogo o è uno stato di coscienza ? E' sia l’uno che l’altro. Quando moriamo andiamo nella dimensione spirituale in cui le nostre affinità ci conducono: è cosi che si formano i piani spirituali, in rapporto al grado di spiritualità posseduto e raggiunto. Da quello che ho appreso, non appena lasciamo il corpo, arriviamo in una specie di zona di smistamento chiamato raduno. Da li ogni anima si diparte poi per la sfera che le è più congeniale, secondo le proprie propensioni e la propria evoluzione. Pare che ci sia una dimensione molto vicina al piano terrestre e che è, in un certo senso, una sua proiezione, e da cui i N/S cari trasmettono: è il piano astrale, in questo piano la vita si svolge in maniera molto simile a quella terrena, il paesaggio è anch’esso simile: ci sono giardini e fiori, piante e prati, fiumi, mari e ruscelli. Ci sono strade e case ed edifici bellissimi, “qua è tutto favoloso” mi dice spesso mio padre nelle sue comunicazioni, i colori sono più belli e più vividi di quelli della terra, l’atmosfera è più dolce e brillante, i prati sono più verdi ed i cieli più azzurri, e ci sono altri colori, che noi non conosciamo. Diciamo che è tutto molto simile alla terra senza però le cose brutte, senza la malattia, la morte, la sofferenza, la vecchiaia, la povertà, le guerre. Ognuno si costruisce col pensiero il proprio habitat, gli habitat sono chiamati “terrazzi”, in genere se i nostri cari non hanno fatto del male deliberatamente e volontariamente, sono felici e vivono in questa atmosfera di luce e di colori, il loro corpo spirituale è dotato di pensieri , dei ricordi che avevano in vita, di tutte le sensazioni e di altre ancora più forti e più belle. Abitano in case che col pensiero si costruiscono. Tutto in astrale viene costruito col pensiero.
Quando, due anni fa, il mio ultimo cane, Billy, il mio cockerino mi lasciò , mio marito, dall’altra dimensione, vedendomi distrutta dal dolore, si precipitò a confortarmi con vari messaggi al registratore, in particolare ne ricordo uno: “non piangere, vedrai, starà bene qui, gli ho fatto trovare tanti giocattoli” “da dove li hai presi? “ gli domandai. Risposta: “sapevo che doveva arrivare, l’aspettavo, sono andato sulla terra nei negozi di animali. Ho visto tanti giocattoli, ho guardato bene come erano fatti e poi, col pensiero, glieli ho ricostruiti….”


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